

>>>ANSA/Stop dei treni ad ottobre,l'autorità accende un faro
Si polemizzò su un chiodo. Rfi, seguite tutte le procedure
L'Autorità dei Trasporti ha avviato un procedimento sanzionatorio nei confronti di Rete Ferroviaria Italiana per lo stop dei treni del 2 ottobre 2024, che secondo alcune ricostruzioni è stato attribuito ad un filo tranciato da un chiodo. Un guasto che per molte ore praticamente paralizzò la circolazione ferroviaria e per il quale ora Rfi rischia una sanzione fino a 2 milioni di euro. L'azienda dal canto suo si mette a disposizione dell'Autorità, "certa" "della correttezza del proprio operato". Non la pensa così però l'Autorità guidata da Niccolò Zaccheo secondo la quale "le interlocuzioni con Rfi hanno permesso di rilevare la presenza di molteplici carenze nella gestione della vicenda del 2 ottobre 2024". Nella delibera che ricostruisce la vicenda in sintesi si legge che, sulla base della documentazione agli atti, risulta che in seguito al danneggiamento di una linea elettrica che alimentava la cabina di media e bassa tensione della stazione di Roma Termini intorno all' 1 e 30 di notte l'alimentazione dell'impianto di gestione della circolazione della stazione veniva temporaneamente garantita dalle batterie UPS di backup, finché anche queste ultime non hanno esaurito la loro efficienza alle ore 6:20 quando si "è avuta la disalimentazione degli impianti tecnologici di gestione della circolazione di Roma Termini. A seguito dell'intervento del personale di Rfi, "l'evento si è concluso alle ore 9:15, sebbene i suoi effetti residui abbiano continuato a impattare sul servizio ferroviario fino al tardo pomeriggio", con l'effetto di "una gravissima perturbazione del traffico ferroviario". I treni coinvolti sono stati 1.165 per quasi 70mila minuti di ritardo (59 minuti di ritardo medio), quelli soppressi 680 (476 soppressioni totali e 204 parziali), 31 le deviazioni dalla stazione di Roma Termini. Per l'Autorità quindi "Alla luce del gravissimo impatto che l'emergenza del 2 ottobre 2024 ha avuto sulla circolazione ferroviaria, risulta che Rfi non ha posto in essere misure idonee a garantire l'esercizio e la manutenzione dell'infrastruttura in maniera da assicurarne l'accessibilità e la funzionalità". Rfi però si difende ed è convinta, fa sapere in una nota, che "quanto accaduto il 2 ottobre 2024 è stato oggetto di attente valutazioni interne all'azienda, che hanno dimostrato l'attivazione immediata di tutte le misure necessarie per la ripresa della circolazione".
L.Gschwend--MP