

Un nuovo interruttore genetico regola lo sviluppo dell'embrione
Apre a nuovi approcci per le cure genetiche
Scoperto un nuovo interruttore molecolare specializzato controlla l'attività di alcuni geni nello sviluppo dell'embrione:. Il risultato, che apre potenzialmente a nuovi approcci contro le malattie genetiche, si deve alla ricerca guidata da Irène Amblard e Vicki Metzis, del britannico Medical Research Council, e pubblicata sulla rivista Developmental Cell. Nel Dna sono contenute tutte le istruzioni per far funzionare una cellula, utilizzate in modo differente in base alla funzione che deve svolgere quella determinata cellula. Ad esempio, le cellule degli occhi e di una mano ospitano gli stessi geni, ma li esprimono in modo diverso a seconda del tessuto cui sono destinate. Comprendere il meccanismo che determina quali geni ogni cellula deve 'accendere' e quali deve lasciare 'spenti' è uno degli obiettivi più importanti delle ricerche lo sviluppo embrionale. Di questi interruttori genetici si è compreso ancora poco e quasi certamente un ruolo chiave è nel cosiddetto Dna non codificante, ossia Dna che non contiene istruzioni per creare delle proteine e che fino a qualche tempo fa si riteneva grosso modo come una sorta di spazzatura, residuo dei processi evolutivi. Ma negli ultimi anni se ne sta scoprendo sempre più l'importanza, tanto che proprio pochi giorni fa è stato anche rilasciato lo strumento AlphaGenome di Deep Mind ideato proprio per migliorare la comprensione di queste sequenze genetiche. Concentrando i loro sforzi su uno specifico gene, chiamato Cdx2, i ricercatori britannici hanno ora scoperto l'esistenza di un sofisticato interruttore che ne governa l'espressione. Un vero e proprio dimmer, come gli interruttori che consentono di regolare l'intensità di luce di una lampadina, e che agisce regolando l'espressione di Cdx2 delle cellule presenti nel midollo spinale. L'attivazione di questo interruttore negli embrioni di topo, hanno scoperto i ricercatori, ne determina lo sviluppo corretto. "Siamo entusiasti - ha detto Metzis - perché ricerche precedenti suggeriscono che il nostro genoma potrebbe ospitare molti tipi diversi di elementi che regolano finemente l'espressione genica, ma non sono stati facili da identificare. Se riusciamo ad affrontare questa sfida, avremo un enorme potenziale per sbloccare nuovi modi di trattare le malattie, regolando finemente l'espressione genica dove e quando è necessario".
L.Sastre--MP