

Grande Paura della Rivoluzione francese si diffuse come un virus
Studio italo-francese, reazioni a catena su strade e villaggi
La Grande Paura, uno dei momenti più turbolenti della Rivoluzione francese, si è propagata attraverso le strade, seguendo uno schema simile a quello dei virus e toccando il picco del 'contagio' il 30 luglio. Lo rileva uno studio internazionale, pubblicato sulla rivista Nature condotto da ricercatori del Centro della Complessità e Biosistemi dell'Università Statale di Milano, in collaborazione con l'Université Paris 8 e l'Università di Tolone. "L'approccio innovativo di questa ricerca dimostra che i fenomeni sociali, anche quelli di oltre due secoli fa, possono essere analizzati con strumenti scientifici moderni - spiega Stefano Zapperi, professore al Dipartimento di Fisica 'Aldo Pontremoli' della Statale e coautore dello studio -. Come i social network oggi diffondono informazioni, e disinformazione, così anche le reti fisiche del 18/mo secolo potevano innescare reazioni a catena su scala nazionale". Nel periodo tra il 20 luglio e il 6 agosto del 1789, la Grande Paura, vie, strade, stazioni postali erano le reti lungo le quali, si diffondevano voci, informazioni ma anche, si direbbe oggi, fake news, passando da un villaggio all'altro come un'epidemia. Un'ondata incontrollata di voci su bande armate di banditi e complotti orditi dall'aristocrazia per sopprimere la Rivoluzione, che si diffusero in tutta la Francia. Gli studiosi hanno usato un approccio innovativo basato su modelli epidemiologici solitamente usati per studiare la diffusione delle malattie e hanno ricostruito come questa ondata di panico si sia trasmessa tra la popolazione, incrociando fonti storiche, mappe antiche, dati demografici e socioeconomici dell'epoca. Nello studio è stato anche calcolato che le voci avanzavano a una velocità media di 45 km al giorno e che il 40% dei luoghi coinvolti si trovava vicino a una stazione di posta. Un altro dato che emerge è che le aree con maggiore alfabetizzazione e ricchezza (ma anche con i prezzi del grano più alti) sono risultate le più colpite. Questo suggerisce, secondo i ricercatori, che non si trattò di una reazione emotiva incontrollata, ma di una risposta razionale a una situazione insostenibile.
P.Mueller--MP