Münchener Post - All'Euro Balkan Film Festival le ferite irrisolte del continente

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All'Euro Balkan Film Festival le ferite irrisolte del continente
All'Euro Balkan Film Festival le ferite irrisolte del continente

All'Euro Balkan Film Festival le ferite irrisolte del continente

All'ottava edizione manifestazione omaggio a Emir Kusturica

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Esiste un'Europa che l'Europa preferisce non guardare. È quella delle periferie storiche, delle identità marginali e delle ferite che non smettono di sanguinare. Dal 30 ottobre al 6 novembre l'Euro Balkan Film Festival trasforma Roma in un osservatorio di questa realtà rimossa: trent'anni dopo Srebrenica e gli Accordi di Dayton, il cinema torna a interrogare le coscienze. La cosiddetta 'Generazione Dayton' - registi nati dal caos post-bellico e cresciuti fra lacerazioni e rinascite - porta sugli schermi una produzione che rifiuta sia la retorica vittimistica sia quella utopica. Dodici Paesi balcanici e otto coproduzioni italo-balcaniche compongono un mosaico che attraversa i grandi temi del presente: migrazioni, riscrittura della storia, traumi collettivi, libertà individuale e nuove forme d'identità. Dal viaggio sensoriale di 'Arcadia' di Yorgos Zois alla parabola spirituale di 'Mother' di Teona StrugarMitevska, il concorso racconta un cinema maturo, capace di fondere poesia e impegno politico. Con 'Afterwar' di Birgitte Stærmose, gli effetti della guerra in Kosovo vengono restituiti attraverso un linguaggio visivo sperimentale e potentemente empatico, mentre Gym di Srđan Vuletić mette in scena le dinamiche del potere quotidiano nella Bosnia post-transizione. 'The New Year That Never Came' di Bogdan Mureșanu - Premio Miglior Film Orizzonti a Venezia 2024, in uscita in Italia il 4 dicembre con Trent Film - e 'Fiume o morte!' di Igor Bezinović, Tiger Award a Rotterdam 2025, intrecciano memoria e contemporaneità. Le giornate dedicate al ricordo di Srebrenica - con il conferimento del premio Ismail Kadaré a MiljenkoJergović e la proiezione de I diari di mio padre di Ado Hasanović - trasformano la commemorazione in riflessione sul potere del racconto come atto di guarigione collettiva. Jergović, definito "il Márquez europeo", ricorda come Sarajevo continui a essere il cuore pulsante di una letteratura e di un cinema che rifiutano l'oblio. Tra gli eventi più attesi, l'omaggio a Emir Kusturica il 6 novembre, con panel e proiezione del suo esordio Ti ricordi di Dolly Bell?, Leone d'Oro a Venezia 1981. Altro momento culminante: Kontinental '25 di RaduJude, riflessione tagliente sull'Europa contemporanea dopo il successo alla Berlinale. La giuria è presieduta dallo scrittore Tahar Ben Jelloun. Come scriveva Ivo Andrić, "l'atto più grande è costruire un ponte". L'Euro Balkan Film Festival ne riallaccia molti: tra passato e futuro, cultura e memoria, invitando il pubblico a guardare sé stesso senza filtri.

A.Meyer--MP